Rispetto a 100 anni fa l’attenzione e sensibilità nei confronti del problema terremoto dimostrata dai decisori politici sembra oggi decisamente scemata. Lo ha detto Paolo Cappadona, Consigliere Nazionale del Geologi, ricordando i dati del rapporto del Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi e del Cresme in occasione del 106° anniversario del terremoto di Reggio Calabria e Messina. Il fatto che lo scorso 28 dicembre, cioè nello stesso giorno della catastrofe del 1909, ci sia stata una significativa scossa di terremoto a Cosenza ha riacceso molte considerazioni intorno alla prevenzione e così Cappadona ha ritessuto un po’ di storia per un quadro di sintesi.
Ebbene, a quanto pare la ricerca e la scienza in quest’ultimo secolo hanno fatto molti passi avanti mentre le azioni politiche, invece, sono rimaste ferme: ai tempi, quando in Calabria ci fu la tragedia che fece 120.000 vittime, lo Stato ebbe una risposta immediata ed emanò subito un Regio Decreto la cui portata fu tale che da rappresentare l’inizio della moderna legislazione in materia di edilizia antisismica, cioè di prevenzione. Era il 1909.
Oggi, invece, pur avendo a disposizione una quantità di dati, scoperte, studi ecc… di azioni in materia prevenzione non se ne vedono, tutt’altro: più se ne parla e meno si fa.
Qualche dato snocciolato da Cappadona dà la misura della realtà attuale: in “Calabria il 100% dei comuni è in aree potenzialmente ad elevato rischio sismico e più di 2 milioni di persone vivono in tali aree. In aree potenzialmente ad elevato rischio sismico si trovano circa 719.500 edifici con un numero di abitazioni pari a 1.178.600. In Italia, complessivamente, ben 24 milioni di persone vivono in aree a rischio sismico”.
La conclusione che ne trae lo studioso è pragmatica: “l’unico strumento unanimemente riconosciuto per difendersi dai terremoti, riducendo e mitigandone gli effetti negativi, è la adozione di una serie di comportamenti e di regole, tecniche e indirizzi edilizi e urbanistici adatti allo scopo; in una parola: la PREVENZIONE!”.
Ed un approccio in prevenzione al problema terremoto produce risultati immediati “se ancor prima che tecnico e normativo, è di tipo culturale e coinvolge gli attori istituzionali nonché la popolazione”. Fondamentale, all’uopo, è concentrare gli sforzi prioritariamente in quelle aree là dove sappiamo con certezza che il terremoto si è manifestato in passato e che, in un futuro più o meno prossimo, tornerà.
Ciò significa che è possibile mitigare o addirittura neutralizzare tali effetti del terremoto attraverso una serie di misure di prevenzione, tra le quali vanno assolutamente codificati i sistemi antisismici di tipo passivo come la Stanza Antisismica: se nel vademecum dei comportamenti da tenere in caso di sisma un tempo poteva esserci solo il posizionamento sotto una trave o sotto a un tavolo, oggi ha ben donde di esserci anche la dotazione di una Stanza Antisismica: mille anni non saranno passati invano almeno per quanto riguarda le tecniche di sopravvivenza dal terremoto! Se 1000 anni fa si raccomandava la trave oggi si potrà ben raccomandare qualcosa di più innovativo, o i secoli passano invano?
Maria Laura, Pescara 16 gennaio 2015, per Madis Room – La Stanza Antisismica
Ebbene, a quanto pare la ricerca e la scienza in quest’ultimo secolo hanno fatto molti passi avanti mentre le azioni politiche, invece, sono rimaste ferme: ai tempi, quando in Calabria ci fu la tragedia che fece 120.000 vittime, lo Stato ebbe una risposta immediata ed emanò subito un Regio Decreto la cui portata fu tale che da rappresentare l’inizio della moderna legislazione in materia di edilizia antisismica, cioè di prevenzione. Era il 1909.
Oggi, invece, pur avendo a disposizione una quantità di dati, scoperte, studi ecc… di azioni in materia prevenzione non se ne vedono, tutt’altro: più se ne parla e meno si fa.
Qualche dato snocciolato da Cappadona dà la misura della realtà attuale: in “Calabria il 100% dei comuni è in aree potenzialmente ad elevato rischio sismico e più di 2 milioni di persone vivono in tali aree. In aree potenzialmente ad elevato rischio sismico si trovano circa 719.500 edifici con un numero di abitazioni pari a 1.178.600. In Italia, complessivamente, ben 24 milioni di persone vivono in aree a rischio sismico”.
La conclusione che ne trae lo studioso è pragmatica: “l’unico strumento unanimemente riconosciuto per difendersi dai terremoti, riducendo e mitigandone gli effetti negativi, è la adozione di una serie di comportamenti e di regole, tecniche e indirizzi edilizi e urbanistici adatti allo scopo; in una parola: la PREVENZIONE!”.
Ed un approccio in prevenzione al problema terremoto produce risultati immediati “se ancor prima che tecnico e normativo, è di tipo culturale e coinvolge gli attori istituzionali nonché la popolazione”. Fondamentale, all’uopo, è concentrare gli sforzi prioritariamente in quelle aree là dove sappiamo con certezza che il terremoto si è manifestato in passato e che, in un futuro più o meno prossimo, tornerà.
Ciò significa che è possibile mitigare o addirittura neutralizzare tali effetti del terremoto attraverso una serie di misure di prevenzione, tra le quali vanno assolutamente codificati i sistemi antisismici di tipo passivo come la Stanza Antisismica: se nel vademecum dei comportamenti da tenere in caso di sisma un tempo poteva esserci solo il posizionamento sotto una trave o sotto a un tavolo, oggi ha ben donde di esserci anche la dotazione di una Stanza Antisismica: mille anni non saranno passati invano almeno per quanto riguarda le tecniche di sopravvivenza dal terremoto! Se 1000 anni fa si raccomandava la trave oggi si potrà ben raccomandare qualcosa di più innovativo, o i secoli passano invano?
Maria Laura, Pescara 16 gennaio 2015, per Madis Room – La Stanza Antisismica
Posted on 16 Gennaio 2015