Gli effetti devastanti che un terremoto può produrre
Alessandro Martelli, ingegnere sismico, responsabile della Sezione Prevenzione Rischi Naturali e Mitigazione Effetti (PREV) dell’Unità Tecnico-Scientifica Protezione e Sviluppo dell’Ambientee del Territorio, Tecnologie Ambientali (PROT) dell’ENEA, docente di Costruzioni in zona sismica alla Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara, coordinatore GLIS (Gruppo di Lavoro Isolamento Sismico, Isolamento ed altre Strategie di Progettazione Antisismica), presidente ASSISI (Anti-Seismic Systems International Society) afferma:
“Purtroppo mi tocca ricordare quanto scrissi in aprile a conclusione dei miei 2 articoli “La serie di terremoti che hanno colpito Taiwan, Giappone ed Ecuador – L’anello di fuoco trema … un monito per l’Italia” (Villaggio Globale, http://vglobale.it/territorio/18103-l-%C2%ABanello-di-fuoco%C2%BB-trema-un-monito-per-l%E2%80%99italia.html, 21 aprile 2016) ed “Esempi di come la magnitudo non sia il solo parametro a determinare la pericolosità sismica e le conseguenze di un terremoto: un monito anche per l’Italia – Alcuni primi eventi del 2016, che hanno provocato vittime e danni consistenti a Taiwan il 5 febbraio, in Giappone il 14 ed il 15 aprile ed in Ecuador il 16 aprile – Note basate sulle informazioni in parte fornite dal Global Disaster Information Network o rese disponibili dal Gruppo Facebook Terry-1.Italia” (21mo Secolo – Scienza e Tecnologia, N. 1/2016, aprile 2016, pp. 24-32), ripreso in “Antisismica. È la magnitudo che misura la pericolosità?” (Edilio – Edilizia Avanti Veloce, http://www.edilio.it/antisismica-e-la-magnitudo-che-misura-lapericolosit/p_22842.html, 9 giugno 2016).
Le immagini dei danni provocati dai recenti eventi sismici descritti nei paragrafi precedenti testimoniano, ancora una volta, gli effetti devastanti che un terremoto violento può produrre, soprattutto nei paesi ove l’edificato è molto vulnerabile (come, del resto, era già accaduto un anno fa in Nepal). Soprattutto devono farci pensare i danni provocati in Giappone (paese assai più avanzato di altri quanto a sicurezza sismica delle costruzioni) dai terremoti che hanno colpito l’isola di Kyushu, perché le caratteristiche di tali eventi sono state assai simili a quelle di terremoti che possono verificarsi anche in Italia: si ricordi, in particolare, che in Italia risultano essersi già verificati eventi di magnitudo nettamente superiore a 7,0 e che dal 70% all’80% del nostro edificato non è in grado di resistere ai sismi che possono colpirlo. In generale, poi, è da sottolineare come la magnitudo di un terremoto non sia l’unico parametro a determinarne le conseguenze: esse sono ovviamente molto influenzate, oltre che dalla pericolosità sismica, anche dall’urbanizzazione dell’area colpita e dalla vulnerabilità sismica e dall’esposizione del costruito in essa esistente. La pericolosità sismica, poi, dipende anche da parametri come la profondità ipocentrale, l’estensione della rottura della faglia interessata dal terremoto (dato a me non noto, per i terremoti decritti in questo articolo) e, in modo molto consistente, dalle amplificazioni locali (che dipendono dal tipo di terreno sul quale sorgono le costruzioni, più o meno soffice, presente al di sopra del cosiddetto bedrock o “suolo rigido”, al quale si riferiscono i valori di PGA)”.
Cambierà mai questo nostro disastrato Paese?
Si parla tanto di prevenzione ma concretamente non viene effettuata nessuna prevenzione. L’Italia è un paese ad alta sismicità e la maggior parte degli edifici non sono adeguati a resistere ad un forte sisma. Adeguare sisimicamente vuol dire spendere migliaia di euro… Oggi una protezione passiva esiste, la Madis Room, Stanza Antisismica in grado di salvare la vita ai suoi occupanti mentre tutto crolla. Un guscio protettivo, installato in una stanza di un qualsiasi appartamento, resistente a urti, lesioni e smottamenti.
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Pescara, 24 agosto 2016
Jessica per Madis Room – La Stanza Antisismica