Oggi, illustrissimo sottosegretario – le ha risposto D’Intino che l’ha ricevuta nel prototipo Madis Room esposto al Salone della Ricostruzione dell’Aquila- possiamo intervenire salvando la vita con questa semplice miglioria: l’adeguamento sismico è doveroso e lo vogliamo tutti, ma nelle more di un provvedimento dobbiamo rendere le migliorie salvavita alla portata della gente. Le chiedo di supportare nelle sedi opportune un aggiornamento delle previsioni normative, oggi ferme a concetti superati, nelle quali il concetto di miglioria sia allargato ai sistemi antisismici passivi come la Madis Room”.
Il Ministro Lupi si era impegnato in questa direzione ma ad oggi non se ne hanno riscontri concreti: cosa diremo alla popolazione se la prossima scossa mieterà morti oltre che distruzione? Diremo che sapevamo di un sistema salvavita ma che lo abbiamo ignorato?
All’Aquila stiamo assistendo ad una ricostruzione che per forza di cose è per oltre la metà solo a livello di migliorie e non di adeguamento. Adeguare significa distruggere e ricostruire, e questo è impossibile in una città d’arte e non è praticabile per l’insostenibilità del costo.
Le case aquilane sono sicure al 60% e non al 100% come sarebbe nel caso di adeguamento sismico.
Dunque perché non codificare la Madis Room come istituzionalmente appartenente al panel delle migliorie visto che rispetto a queste è in grado di salvare la vita?
Ma i 305 morti del terremoto dell’Aquila si sarebbero contati se fosse esistita la Stanza Antisismica già allora?
L’Aquila, Salone della Ricostruzione 7 maggio 2015– Alessandro per Madis Room, la Stanza Antisismica