Ogni considerazione è inutile. Queste sono le parole di Ciro, uno dei due fratelli sepolti sotto le macerie, in una registrazione in presa diretta dal telefono (clicca qui)
Il piccolo Ciro parla con il soccorritore, che cerca di tenerlo sveglio e con il massimo della grinta che si può chiedere a chi forse sta per morire. Ci vuole una bella forza, da una parte e dall’altra.
“Mamma, mamma, voglio mamma!”
Ciro eccoci arriviamo (piangono entrambi)
“Mamma sto morendo”
Ci siamo quasi, eccoci, non devi morire perché dobbiamo andà a mangià la pizza insieme…
Non devi morire perché ci fai morì pure a noi…
“Oddio, sento muovere, sento muovere”
Marco fermiamoci, Ciro sta scendendo – dice un altro soccorritore – fermiamo, si sta muovendo tutto, fermati casca la robba addosso pure a me, fermiamoci
Ciro ti stanno venendo le pietre addosso? stai scendendo?
“ Voglio mamma, mamma”
“…………”
Ciro so’ Mario, certo che ti voglio bene, stiamo arrivà.
“Aiuto, aiuto!!!! Aiutoooo!!! Sto per morire aiuto!”
No, che morì, siamo troppi qua fuori a aspettà a te.
Alla fine Ciro viene estratto: un miracolo.
Sono secoli che andiamo avanti con tragedie come questa e le epopee di eroi angeli salvatori eccetera: ma la prevenzione è romanzo e tragedia o un’altra cosa?
E una STANZA ANTISISMICA in ogni casa, in un Paese destinato a scomparire dalla crosta terrestre, come l’Italia, la vogliamo far diventare un sistema per tutti, di default, o scegliamo la morte al ritmo della canzoncina dell’adeguamento sismico?
La storia di Ciro non sta nel battito di mani e negli applausi di quando è stato estratto ma nella tragedia di tutti quelli che invece sono morti. Con la consapevolezza di stare per morire, e per senza niente.
ISCHIA, MADIS ROOM – 22 AGOSTO 2017