Il valore del mercato delle ristrutturazioni/riqualificazioni del patrimonio esistente è incommensurabile: una nuova via per il ritorno dell’edilizia ad un nuovo splendore.
Una parte sola dell’intero comparto ristrutturazioni è rappresentato dall’atteso adeguamento sismico: il suo valore ammonta 36 miliardi di euro.
Nell’ultimo lustro l’investimento destinato ai danni da sisma ammonta a 180 miliardi di euro.
Nello stesso periodo l’investimento in prevenzione è stato di 1 miliardo di euro.
La ricostruzione post sisma di L’Aquila si attesta su 12 miliardi.
Nel decreto legge Sblocca Italia della parola “prevenzione” non v’è traccia.
La ristrutturazione privata orientata all’installazione di sistemi di prevenzione salva vita immediati mitiga, o addirittura previene, la perdita di vite umane e abbassa il costo dell’intervento dei soccorsi. In particolare l’Italia, vittima di un’endemica esposizione agli eventi sismici e contemporaneamente portatrice di un patrimonio artistico particolarmente concentrato, ha stratificato una sua propria conoscenza in tema di prevenzione antisismica: i dati ci dicono che ad oggi disponiamo di un numero considerevole di innovazioni tecnologiche sulle quali si sono concentrati investimenti cospicui da parte delle imprese del nostro Paese.
Da un conto immediato su dati ufficiali si calcola che il mercato delle ristrutturazioni finalizzate all’installazione di sistemi di prevenzione sismica salva vita immediati ammonterebbe solo in Abruzzo a 1 miliardo.
Su tutta Italia varrebbe 15 miliardi di euro ogni anno.
Nei primi 30 anni e intervenendo solo sul 30% del patrimonio costruito si produrrebbero cantieri per 18 miliardi di euro.
Dunque, posto che la riqualificazione del Porto di Pescara vale 3 milioni di euro e il terremoto dell’Aquila 12 miliardi moltiplicati per il loro rendimento, non possiamo pensare che il Decreto Sblocca Italia esprima un principio bifronte di sicurezza delle infrastrutture: la prevenzione antisismica deve comparire in quel Decreto e deve aprire il fronte del ricorso privato ai sistemi salva vita in caso di sisma.
A meno che domani mattina non si intenda salvaguardare la popolazione italiana con uno stanziamento immediato di 36 miliardi per l’adeguamento antisismico.
Chi potrebbe dire alle prossime vittime che sapeva di sistemi salva vita ma non ne ha informato i cittadini?
Una parte sola dell’intero comparto ristrutturazioni è rappresentato dall’atteso adeguamento sismico: il suo valore ammonta 36 miliardi di euro.
Nell’ultimo lustro l’investimento destinato ai danni da sisma ammonta a 180 miliardi di euro.
Nello stesso periodo l’investimento in prevenzione è stato di 1 miliardo di euro.
La ricostruzione post sisma di L’Aquila si attesta su 12 miliardi.
Nel decreto legge Sblocca Italia della parola “prevenzione” non v’è traccia.
La ristrutturazione privata orientata all’installazione di sistemi di prevenzione salva vita immediati mitiga, o addirittura previene, la perdita di vite umane e abbassa il costo dell’intervento dei soccorsi. In particolare l’Italia, vittima di un’endemica esposizione agli eventi sismici e contemporaneamente portatrice di un patrimonio artistico particolarmente concentrato, ha stratificato una sua propria conoscenza in tema di prevenzione antisismica: i dati ci dicono che ad oggi disponiamo di un numero considerevole di innovazioni tecnologiche sulle quali si sono concentrati investimenti cospicui da parte delle imprese del nostro Paese.
Da un conto immediato su dati ufficiali si calcola che il mercato delle ristrutturazioni finalizzate all’installazione di sistemi di prevenzione sismica salva vita immediati ammonterebbe solo in Abruzzo a 1 miliardo.
Su tutta Italia varrebbe 15 miliardi di euro ogni anno.
Nei primi 30 anni e intervenendo solo sul 30% del patrimonio costruito si produrrebbero cantieri per 18 miliardi di euro.
Dunque, posto che la riqualificazione del Porto di Pescara vale 3 milioni di euro e il terremoto dell’Aquila 12 miliardi moltiplicati per il loro rendimento, non possiamo pensare che il Decreto Sblocca Italia esprima un principio bifronte di sicurezza delle infrastrutture: la prevenzione antisismica deve comparire in quel Decreto e deve aprire il fronte del ricorso privato ai sistemi salva vita in caso di sisma.
A meno che domani mattina non si intenda salvaguardare la popolazione italiana con uno stanziamento immediato di 36 miliardi per l’adeguamento antisismico.
Chi potrebbe dire alle prossime vittime che sapeva di sistemi salva vita ma non ne ha informato i cittadini?
Antonio D’Intino
Consigliere Ance nazionale
Past President Ance Abruzzo
Posted on 6 Ottobre 2014