E non è una coincidenza che l’incontro formale per l’acquisizione del mandato conferito dalla Madis Costruzioni di Pescara sia avvenuto in concomitanza con il simposio internazionale delle Capitali Europee della Cultura (Napoli, Convento di San Domenico Maggiore – 31 ottobre e 1 novembre 2014), il forum aperto agli urbanisti di fama mondiale: lì infatti, proprio oggi e domani, 31 ottobre e 1 novembre, si svolge il confronto su “Rigenerazione urbana e politiche di innovazione”, un argomento al quale Antonio D’Intino – inventore della Stanza Antisismica ma anche Consigliere nazionale dell’Ance – è particolarmente attento, quale portatore del progetto Rinnova e della legge sul Rinnovo Urbano.
“In Campania c’è molta paura per il terremoto, perché la memoria è ancora viva, tanto è vero che la piccola scossa di un paio di gironi fa, quella del 29 e quella del 30 ottobre, era in testa alle notizie del web – dice Michele Polverino. Dunque, che esista un sistema per salvare la vita alla gente è una cosa straordinaria e va fatta sapere a tutti: l’innovazione non viaggia veloce come la pubblicità della Nutella, ed è per questo che la nostra Agenzia lavora sulla promozione del prodotto direttamente presso gli addetti ai lavori: oggi il livello professionale si è alzato molto e dunque gli interlocutori sono direttamente gli ingegneri, gli architetti e in generale i progettisti”.
La valutazione che ha fatto all’atto di acquisizione del mandato quale è stata? Firmare per aziende internazionali in un certo senso è più facile…
Sembrerebbe, ma le credenziali per valutare un prodotto sono sempre le stesse: portata dell’innovazione, capacità di investimento, ampiezza del mercato. La Stanza Antisismica è un prodotto di cui la gente ha bisogno, ha un brevetto, è di facile installazione, è alla portata economica di tutti. Chiunque preferirebbe ristrutturare una stanza, installandoci un sistema salva vita contro il terremoto, piuttosto che rischiare di morire o di trascorrere nottate intere in macchina. Dico che arriveranno anche incentivi e contributi statali, ci vuole solo il tempo necessario perché la gente prenda consapevolezza.
Da ultimo, personalmente ho una convinzione: l’edilizia ha ormai un unico futuro, quello delle ristrutturazioni e della riqualificazione. Chi pensa ancora di consumare suolo uscirà definitivamente dal mercato”.
I numeri gli danno ragione: il fantomatico adeguamento sismico non ci sarà mai per i costi e per la mancanza di volontà politica, le migliorie sono capaci di fare più danni della vetustà (vedi la cupola della chiesa delle Anime Sante dell’Aquila), la gente continua a morire di terremoto in quello che è uno dei Paesi ufficialmente ritenuti “avanzati”.
Napoli, Aurelia per Madis Room – La Stanza Antisismica, 31 ottobre 2014