Un suo parere per noi è determinante, visto che Bosco è Assessore alla Protezione Civile di Catania (oltre che alle Infrastrutture e grandi opere, Lavori Pubblici, Risparmio Energetico), nonché progettista di alcune delle opere più significative realizzate in Italia, in particolare antisismiche, e da sempre impegnato sul fronte della prevenzione.
“Trovo che sia un’idea interessantissima far rientrare nella pianificazione della prevenzione nazionale le tecnologie innovative, e quella che avete messo a punto con il brevetto internazionale Madis Room è un esempio per tutte. Credo che se le singole tipologie di questo genere trovassero applicazioni su ampia scala si amplierebbe di molto il raggio di azione della prevenzione”.
Dunque pensa che sarebbe opportuno che ci attivassimo per cercare di rientrare tra gli interventi codificati dalla protezione civile come necessari per salvare vite umane?
Perché no, finché non riusciamo a realizzare interventi globali è pur necessario garantire la sicurezza alle singole famiglie, e interventi di questo tipo ad oggi appaiono risolutivi, ancor più a fronte di impossibili previsioni di terremoto.
Sono convinto che la prevenzione passa per 3 fasi: politica attiva del genere detrazioni fiscali, premialità volumetriche e facilitazioni sugli oneri di intervento per chi ristruttura, cultura della prevenzione.
Purtroppo la gente si spaventa di fronte alla tragedia ma subito dopo dimentica” e, spesso per scarsa conoscenza, ripiega su rimedi post evento non risolutivi – quando non addirittura posticci – tipo pretese case antisimiche con certificazioni di ogni genere, case di legno nei giardini, agevolazioni a ristrutturazioni qualche volta pure eseguite in mono inadeguato con conseguenti inevitabili danni.
Catania, seminario internazionale Glis, 13 giugno 2014 (nella foto)